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Madonna di Rodiano

un pò di storia

 

 

Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico della Italia (1781) - di Serafino Calindri

 

RODIANO Fuori di Porta Saragozza lontano ventiun miglio da Bologna, nell' alto, e trà monti che si stendono alla sinistra del Reno a Bologna venendo.

Comune e Parrocchia composta da 301 Anime divise in 63 Famiglie. S. Salvatore è il suo titolare, ed alla Mensa Arci­vescovile appartiene il diritto immediato di col­lazione; è una delle belle Chiese della Diocesi Montana, di ordine Corintio, con sei cappelloni, e con stucchi a rilievo, ha il Fonte battesimale, fù quivi edificata circa 600 passi lontano dalla più antica, che due lavine squarciarono in più parti, e vi fù detta la prima Messa alli 8 Settembre del 1657 e fù abbellita con slucchi a rilievo nel 1681- (428); ora è uffiziata e tenuta con tutta decenza e proprietà dalla religiosa cu­ra del gentile parroco D. Antonio Sacchetti. Appartiene alla Congregazione di Calvenzano, co­me sempre ha appartenuto insieme con l'altra Chiesa esistente nello stesso Comune nel 1366, ed ora del tutto diroccata, e già dedicata a S. Stefano, nominandosi nello elenco di quella età questo Comune Rudignano. La Pieve di Calven­zano, Malalfolle, Vedegheto Toléto, Prunaròlo, e Liserna sono le parrocchie, ed i Popoli, che que­sto che descriviamo confinano. S. Gio. Battista de' Mascagni, e B. Vergine di Croce Martina son gl'oratori ora compresi nel parrocchiale distretto di questo Comune; quest'ultimo fù eretto cir­ca il 1644 per opera de' Lanzarini che ne fece­ro la maggior parte della spesa che importò la sua fabbrica; è Santuario di concorso, e vi è quasi annessa una Osteria. Pochissima e cattiva Uva, non molte Frutta, molta Ghianda non molte Castagne, moltissimi Boschi a Legna suf­ficiente quantità di Fieno, molte terre a sodo, pochissima Seta, e tre misure per ogni semente dal Grano e da Marzatelli sono i prodotti e do­ve si fanno i raccolti annui di questo territorio, nel quale due Fabbri, un Muratore, un Calzola­io, un Sarto un Molinaro esercitan le Arti res­pettive, e alcuni fan professione di lavorare le Burghe da riporre il Grano ed i Marzatelli e Legumi, industria che meriterebbe di essere anima­ta, e varie stoviglie, o mobilie estere, risparmierebbonsi se alla Città fosser condotte con facilità e pochissima spesa, come potrebbe farsi nel calo si eseguisse la condotta della Legna per acqua, della quale abbiam già parlato all'arti­colo Rastignano, e col tempo potrebber prende­re esito pel naviglio ancora presso gl'Esteri.

Il numero ordinario de' morti adulti, i quali non giungono a tre all'anno addita la buona a­ria che godesi in quello territorio. Nel Canale di Scattone sotto il luogo detto Campo Porcellino sca­turisce una sorgente solfurea di non molta con­seguenza, ma la quale potrebbe indursi ad utili­tà per taluni mali delle bestie bovine con poca o niuna spesa, e con molto vantaggio, ma gl'Uuomini o ingrati a benefici del Creatore, o i­gnoranti del bene vicino che possiedono, non s' industriano, se non in quelle cose che hanno dello straordinario, inclinazione o costume che crediamo ben riposta trà il molto numero delle miserie umane. Nel torrente Venola eran già due Molini uno l’esistente de' Lanzarini, 1'altro del Cozzo diroccato e detto ora dei Zoppi Barazia, il quale potrebbe ridursi a beneficio di questo e de' vicini Popoli, se non altro per macinare, e pilare le Castagne. Tre sono i Borghetti di quessto territorio cioè

A la Cà sotto la Chiesa di famiglie 8. Riolo di famiglie 4. Serra di famiglie 9. Antico è questo Popolo, e se a quello luogo ap­partiene una Carta del 934 che esiste trà le scoperte nonantolane, e nella quale vien nominato trà gl'altri luoghi quello di Rodiliana Tumba, in tale caso potiam dirlo altresì antichissimo, e dal no­me suddetto non sarebbe una stravaganza il cre­derlo esistente fino da tempi de Romani. Dal Registro, grosso lib. I. pag. 17. rilevasi, che nel 1123. questo popolo co' suoi vicini di Sangui­neta , e di Capriglio diedesi fotto la clientela e protezione de' Bolognesi, loro donando, ed a Vit­tore Vescovo per la Mensa Vescovile, alcuni edi­fici, che fù promesso di mai alienare, e fù assi­curato con gl'altri di protezione contro chiun­que eccettuato l’Imperatore. Dovea essere na­turalmente all'uso di que' tempi un Castello, e era sicuramente nel 1279 (*). Dalla Cronaca miscella (429) si hà, che nel 1322 i Modenesi, d'ordine di Passarino Bonacossa da Mantova, spediron sotto alle mura di questo Cartello quantità di Soldati a piedi ed a cavallo per levarlo a Bolognesi, mà andò loro fallito il colpo perchè soccorso a tempo da essi restaron prigionieri 25. Uo­mini de' Modenesi che furono impiccati, e gl'al­tri dieronsi alla fuga.

Devesi questa valorosa resistenza alla bravu­ra del Co. Federico da Pànico, alla di cui custo­dia consegnollo il Configlio fino dal 1312, aven­dolo tolto ad un mal'Uomo di cui è ignoto il nome (430). Era tuttavia nel 1323. Castellano della Ròcca di Rodiano il suddetto Conte Fede­rico e raccogliesi d'altronde che fosse uno de' bravi guerrieri della sua età; da questo dovreb­besi argomentare essere stato luogo d'importan­za, con tutto questo i sapienti deputati dal Consiglio a visitare e render conto delle Ròcche o fortezze del Contado in questo stesso anno alli 22 di Agosto, decretarono alli 7 di Ottobre di doversi demolire, e la loro proposta passò in Consiglio (431). Non successe però questa demo­lizione, così afficurando la risoluzione presasi nel Febbraio dell'anno susseguente 1324 dallo slesso Consiglio di spedirsi Soldatesca ed armi a varie Castella da potersi difendere, e tra queste a Rodia­no (432). Vie più rimane confermato dalla valida resistenza fatta da questo, stesso Castello nel 1334, nel quale fù da Conti da Pànico che do­veano averlo prima riconsegnato al Comune di Bologna, almeno Federico, alli 26 di Luglio oc­cupato, e non prima delli 3 di Ottobre reso a Bolognesi, le di cui milizie molti assaltí dieron­gli inutilmente, anzi pagandoli a prezzo di san­gue; e non si arrendè per debolezza di fortifi­cazioni, mà probabilmente per mancanza di viveri, giacche la resa fù capitolata salvo l’onore e le persone, e con tali patti fù eseguita ed accettata (433). Se i Conti l’occupassero per qual­che pretensione suscitata in que' tempi di turbolenza per la concessione a loro antenati fatta, come del vicinissimo Cavriglio, già Capriglio, da Corrado Cancelliere di FEDERICO II. nel 1221 (434), o per altro motivo, la storia del fatto con troppa semplicità da Cronistio nella nota (433) citati è stata a noi tramandata per, non poterne decidere, ciò che per altro può far sospettare le pretese de' Conti si è, che fin dopo il 1550, co­me raccogliesi dall'elenco Muzzolì, era la sua Chiesa giuspadronato de' Conti suddetti, e la pa­rola reddatur del documento riportato alla nota (430). Fù da un Bombaroni circa il 1346 nuo­vamente occupato e fatto ribellare Rodiano ma fù ricuperato, ed il traditore assoluto (435). Chi combinerà quanto noi diciamo con quello ne dissero il Sigonio ed il Gbirardacci, troverà sovente che non andiamo d'accordo, ma combinando il da noi esposto con quello de' documenti citati a­vvà luogo ad effere di noi contento. L'estimo de' Fumanti di questo Comune fù fatto ascende­re nel 1451 a lire mille, ed il regalo da esso fatto nel 1454 a Sante Bentivogli fu di cinque Capretti.

E finiamo questo articolo accennando di volo, che il terreno di questo territorio, nel quale non ci si è presentata cosa rara in materia di fossili , assomiglia a quello di Prunarolo, di Lisèr­na, di Calvenzàno, e degl'altri Comuni ad esso confinanti.

(428) Arch. della parrocchiale

(*) Rilevasi da un Rogito conservato nell' Archivio di S. Francesco fatto li 19 Novembre 1279, e rogato da Graziadio da Piumazzo nel Castello di Rodiàno .

(429) Rer. ital. Scrp. Tom- XVIII. col. 336,

(430) Lib. Ref. + anno 1312. 27. Oct. pag. 159. Cum boc fit, quod Castrum Rudigliani datum fuibet impro­bo viro in custod. pro fex mensibus, ed alla pag. 159. tergo fu la risoluzione del Configlio„ Quod Catrum istud reddatur Federico q. D. Ugoliní de Panico, & fratribus di-oti Federici, prestando predicti Federicus & Fratres Comuni Bononie jur.de custodiendo, salvando, & reddendo dictum Castrum et Fortalicium quotiescumque petitum fuerit preslando bonam securitatem etc. C. B. C.

(431) Lib. Ref. C. fo. 239. e lib. Prov- V. fo. 7. Arch. pub.

(432) Lib. Ref. V. fo. 64.

(433) Adì 26 di Luglio i Conti da Panico entrarono nel Cartello di Rudigliàno. Passati alquanti giorni i bolo­gnesi vi mandarono il campo e dierongli molte battaglie, de' quali furono morti dell'oste l'Amorotto dalla Torre, e Stefano Balordo con molti altri non degni di memoria, e non fecero niente.

Finalmente essendo la gente d'arme de' Bolognesi intorno a Rudiliàno, si arrendè salvo l'onore e le perfone adì 3 di Ottobre. Cron. Misc. Tom. XVIII—Rer. Ital. Scrip. col. 163. E Giovanni da Bazzano Cron. Mut. Rei. Ital. Scrip. TOM. XV. col. 595- allo stesso anno dice.... Et die Dominico feqenti, cioè dopo li 2 di Luglio, Mu­tinenses intraverunt in exercitum. Tunc Comites de Panico intraverunt Castrum Rudiani districtus Bononia. Et tune Bononienses iverunt illuc in oblidionem . . Tune die luna 3, octobris Castrum Rudiani distriictus Bononia restitutum fuit Bononíensibus qui ibi steteram in obsebum per duo menses.

(434) Concedimus et confirmamus etc. Cidricula homi­nibus et eius curte, Cavrilia hominibus et eius curte etc. Ex Tab. Com. de Panico Patavi.

(435) Arch. pub. Lib- Decr. Tadei de Pepolis pag. 115. an- 1346. Liberatur a hanno gratia et amore D. Malatesta de Matatestis Lambertinus de Bombaronis qui fuerat banitus pro proditione, occupatione, et rebellione Castri, feu fortilicia Rudigliani Comit. bon.

 

Serafino Calindri

Serafino Calindri (Perugia, 1733 – Città della Pieve, 1811) è stato uno storico italiano.

Ingegnere e architetto specializzato in idraulica partecipò alla realizzazione del porto di Rimini. Il suo dizionario è oggi un importante riferimento storico per la descrizione di diversi centri abitati nell'epoca in cui visse. Dopo essere rimasto vedovo fu ordinato sacerdote e fu parroco nella città dove morì. È padre di Gabriele Calindri, storico a sua volta.

 

 

  MADONNA DI RODIANO

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