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L'antica Rocca sulla sulla cima del Monte Bonzara
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Testo tratto dal Calindri
Serafino Calindri – Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico dell’Italia – Vol I - Pagina 361 - 1781
BONACCIARA - Sull'alto di un Monte mezzo dirupato confinante i serrttori di S. Chierlo, Monte Pòlo, Ronca , Monte Sevèro fuori di Porta S. Isaia.
E' questo al presente un avanzo di un'antica Rocca, conosciuto da' locali volgarmente sotto nome di Bonzàra, e nella Storia bolognese sotto quelli ancora di Bonazzàra, e di Ròcca S. Ilario. Sembra a noi possa essere una di quelle Ròcche, le quali furono nel Contado rinovate nel 1492 (1). Almeno tale è la struttura di quanto di essa è rimasto in piedi, da indurre a pensarne così. La sua prima fondazione non trovasi, ma sembra, che nel finire del terzo decimo Secolo, o circa, possa fissarsi. La prima volta che sentesi nominare nella Storia bolognese è nel 1304 (2) in occasione de' Luoghi nominati fra quelli, a' quali serviva di molto uso il nuovo ponte fatto fabricare sopra il Lavìno dagli Anziani di Ottobre dell'anno suddetto, e quivi nominasi Ròcca S. Ilario. La seconda volta si nomina nel 1363, in occasione di averla Feltrino Gonzaga capitan generale del Papa, e della Lega tolta di mano al Conte Tordino fratello di Paganino da Panico alli 5 di Agosto unitamente al Castello di Monte Pòlo, e chiamasi in quella occasione Bonazzàra (3).
Non si tenga qua dietro al Ghirardacci (4) poichè oscura, e confonde in modo questo passo, che non se ne rileva la purità del fatto, se non a stento, ed in modo diverso da quello in fatti fuccesse. Vi pose Giovanni I. Bentivogli nel 1401. per suo Castellano Tadeo di Giovanni Accarisi (5); e nel 1420 si arrese senza resistenza (6) a Braccio da Montone capitano del Papa. Un ampio cassaro confinante ad una profondissima e scoscesa rupe, una Torre quasi quadrata con piccolo cortile attorno dalla parte scoscesa del Monte, che guarda contro Medelàna, o Monte Felicìno, dalla qual parte era il suo ingresso per un Ponte levatoio, era ciò in cui consisteva questa Ròcca capace di circa 50 uomini di presidio, e sulle cui rovine contan tanto i circonvicini abitanti, persuasissimi, che abbia appartenuto alla Contessa Matilde, e che siavi sotto un ricco nascondiglio di monete, e di gioie, per sentirne a colpi battuti nel suo ripiano rimbombare lo interno, procedente ciò da una grotta, o cavo dalla Natura fatto nelle viscere dello Scoglio, che l’interno di questo monte compone, il quale non serve ad altro, che per nascondiglio di Tassi, e di Volpi.
Alle pendici del Monte ove esiste la Ròcca rovinata trovansi nuclei di Echini, e più al basso di Tellinette.
(1) Bursel. Cron. Bol. Rer. Ital. Tom. XXIII. col. 910. [Bursellis, Annales Bononienses]
(2) Ghìrard. Par. II. Lib. XX. pag. 465. Lib. Refor. E, fogl. 18.
(3) Cron. Misc. Rer. Ital. Tom. XVIII sol. 470.
(4) Par. II. Lib. XXIV. pag. 271.
(5) Libro Giornale 1401. Ghirard. Par. II. Lib. XXVIII. Pag. 519.
(6) Ghirard. Par. II. Lib. XXIX. pag. 634. Rer. Ital. Cron. Di Bol. Tom. XVIII col. 611.
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