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    Le colline di Marzabotto: tra mulini, boschi e buona cucina

 

             Da Lama di Reno a Luminasio (tappa 1 di 3)

 

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http://servizimoka.regione.emilia-romagna.it/appFlex/sentieriweb.html + pezzo di strada dal 144 alla stazione di Lama di Reno + il pezzo su via Medelana dal 180 fino al B&B (+ variante dal 140 al B&B)

 

DESCRIZIONE GENERALE

 

L’itinerario è composto da 3 tappe che potete variare a vostro piacimento.  Vi porterà sulle colline di Marzabotto, tra boschi, prati, passando davanti a vecchi mulini e attraversando rii. L’itinerario completo è di 31,5 km.

La prima tappa comincia alla stazione di Lama di Reno (Marzabotto). Usciti dalla stazione andate a dx e poi a sx in via Lama di Reno. Attraversate il Reno e dopo 500 m arrivate sulla Porrettana. Attraversate la Porrettana e prendete il CAI 144 che sale davanti a voi. Salite per 3,6 km. Arrivati a Ca’ Nova vedete sulla vostra sx il sentiero CAI 144a che scende verso il Mulino dell’Oggioletta. Poco prima di arrivare al mulino, incrociate il CAI 180**che imboccate a sx. Passate davanti al mulino, attraversando il piccolo rio Oggioletta.

Seguite la strada forestale (CAI 180) che vi porta ad un bivio davanti ad una casa*. Tenetevi a dx, prendendo il CAI 140. Il sentiero, accanto ad un piccolo cimitero, sbuca su una strada asfaltata (via Medelana). Andate a sx e subito dopo la chiesa sulla vostra dx vedete il vostro alloggio, il B&B Ca’ del Vento in una casa in sasso. Il percorso è di 7 km.

*Variante A:

Se volete fare una deviazione per vedere un’antica torre nella località Rio al bivio davanti alla casa invece di andare a dx prendete il sentiero CAI 140 sulla sx che vi porta alla Loc. Rio. Da qui potete proseguire sulla strada e raggiungere via Medelana. Andate a dx per raggiungere il B&B Ca’ del Vento). 

Il percorso fatto in questo modo è di 8 km.

**Variante B:

Se volete fare un percorso più lungo, arrivati al sentiero CAI 180 nelle vicinanze del mulino, invece di andare a sx andate a dx. Seguite il CAI 180 fino al nucleoquattro­centesco del Casamento (Medelana), complesso edilizio di notevoli dimensioni con alcune finestre che portano i simboli dei maestri comacini. Purtroppo tutto il borgo è in cattive condizioni. Da qui scendete sul CAI 140 fino ad arrivare di nuovo sulla strada asfaltata via Medelana. Prendete la strada in discesa e arrivate al cimitero e alla chiesa di Luminasio e al vostro &B& dopo la chiesa. Questa variante è di complessivamente  12,5 km. Se volete pranzare a Medelana, potete fermarvi alla Trattoria Monari (via Medelana, parallela al CAI 140) dove si possono gustare piatti tradizionali.

A 750m dal vostro B&B c’è il “Giardino di Pimpinella” dove tengono seminari e corsi sulla natura.

Se di sera volete andare a mangiare fuori, trovate una storica trattoria di Marzabotto, la trattoria Guidotti, pochi metri più avanti sull’altro lato della strada.

 

INFORMAZIONI SPECIFICHE

COMPLESSITA’ E (CAI)
Info logistiche

Punto di partenza:

Stazione FS di Lama di Reno (Marzabotto).

Davanti alla stazione c’è anche un parcheggio.

A Lama di Reno c'è un bar (chiuso alla domenica), un centro sportivo con bar aperto alla domenica mattina da volontari (quindi di non sicura apertura), una pizzeria, un affittacamere, una farmacia ed un ristorante (sulla Porrettana).

Dislivello

Percorso base:

Dislivello +580m   - 320m  

Variante A:

Dislivello + 600m  - 340m

Variante B:

Dislivello + 890m   - 630m
Periodo di fruizione Tutto l’anno 
 Modi di fruizione Percorso base e Variante A: piedi, MTB 
Variante B: a piedi, MTB molto difficile
 Caratteristiche segnaletica All’inizio strada asfaltata, poi sentiero CAI 144 con segnaletica bianco/rossa, poi CAI 144 a CAI 180, alla fine un piccolo pezzo di strada asfaltata . 
Accesso disabilità Accessibili i tratti su strada asfaltata e sterrata, problemi Accesso disabilità di accessibilità sui sentieri.

 

 

OPERATORI TURISTICI

 

Punto di partenza:

Lama di Reno (Marzabotto)

Da Nonna Maria, pizzeria,  Via Lama Di Reno 39/41, Tel. 051842043

Trattoria Pizzeria Casagrande, Via Porrettana Nord 64, Tel. 051/841187

LOCANDA LAMA, affittacamere, Via Lama di Reno n. 41, n. 4 camere per complessivi n. 7 posti letto. Tel. 051/932640

 

Luminasio (Marzabotto):

B&B Ca’ del Vento, via Medelana 3 - Tel. 051/931040, 339 3115913 (Maya), Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.   http://www.cadelvento.net/   

Agriturismo-Trattoria CA' GUIDOTTI , Via Medelana 16 - Tel.051/932818    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.   http://www.caguidotti.it/   Trattoria storica di Marzabotto, famosa per le tagliatelle alle ortiche.

 

“Il Giardino di Pimpinella”, via Medelana 23 ,  Luminasio, Tel. 389.9703212, Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
http://www.pimpinella.it/blog/   Fattoria Didattica Il Giardino di Pimpinella. Hanno un giardino /orto con la coltivazione di piante aromatiche e officinali. Tra un po’ saranno anche struttura di ospitalità rurale familiare quindi a breve potranno ospitare piccoli gruppi. 

 

Medelana:

Trattoria Monari, Via Medelana 61, Marzabotto, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Tel. 051/841297 http://www.trattoriamonari.it

 

 

SERVIZI

Lungo il percorso non ci sono bagni pubblici, c'è una sorgente all'inizio di Via Cuppio, vicino alla chiesa di Medelana.
 

DA VEDERE LUNGO L’ITINERARIO

 

Pieve di San Lorenzo di Panico:

eretta nel XII secolo e situata nell’omonima frazione del Comune. La pieve di Panico è considerata uno dei più belli edifici in stile romanico dell'Appennino Bolognese. L'edificio, opera dei maestri comacini è orientato perfettamente sull'asse est – ovest.
Se volete vedere questa pieve prima di partire per il vostro itinerario dovete fare una deviazione (di 30 minuti a/r). All’uscita dalla stazione di Lama di Reno andate a dx e in via Lama di Reno di nuovo a dx, attraversando i binari e seguendo la strada in salita. Dopo 1 km vedete la pieve sulla vostra sx.

Potete fare questa visita anche alla fine del vostro Trekking.

Per ora la Pieve è aperta solo saltuariamente, anche alla domenica.



Mulino dell’Oggioletta

Di questo mulino purtroppo sappiamo veramente poco. A tutt’oggi esiste ancora il fabbricato originale restaurato che appare in discrete condizioni, ma il cui interno non è accessibile.

Le origini documentate ci portano comunque abbastanza indietro nel tempo, infatti gli estimi del contado di Panico nel 1750 registrano che “Giuseppe Minelli possiede un molino nominato l’Uzzoletta con della terra ... un molino con una macina”. Sul posto c’è una piccola panchina, e la freschezza del luogo invita ad una sosta.

 

DA COMPRARE

 

Una volta arrivati al cimitero di Luminasio ed invece di andare a sx per raggiungere il vostro B&B, potete salire sulla strada (via Medelana) fino alla prossima curva a gomita dove vedete una casa in Sasso (via Medelana 15). Nella stagione potete comprare dal contadino ciliegie, fichi, pesche, marroni e uva.

Se salite ancora un po’ arrivate al “Giardino di Pimpinella” (via Medelana 23) dove trovate ottimi prodotti di erboristeria che arrivano dal giardino dell’azienda: oli, saponi, tisane, profumi ed altro.

 

 

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Cà del Vento

 

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Il Borgo di Luminasio 

 

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Il Borgo di Luminasio 

 

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Paesaggi lungo il percorso

 

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Il Borgo del Casamento 

 

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Antica torre del Rio

 

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Mulino Oggioletta

 

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Mulino Oggioletta

 

 

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Antica torre del Rio

 

 http://www.pimpinella.it/blog/gallery/le-attivita  http://www.caguidotti.it/  http://www.trattoriamonari.it/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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10 Luglio 1944

 

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Chi è il FAI

Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. E' questa la missione del FAI - Fondo Ambiente Italiano, Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano.

- See more at: http://www.fondoambiente.it/chi-siamo/#sthash.CU0IYLyC.dpuf
Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. E' questa la missione del FAI - Fondo Ambiente Italiano, Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. - See more at: http://www.fondoambiente.it/chi-siamo/#sthash.CU0IYLyC.dpuf
Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. E' questa la missione del FAI - Fondo Ambiente Italiano, Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. - See more at: http://www.fondoambiente.it/chi-siamo/#sthash.CU0IYLyC.dpuf
Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. E' questa la missione del FAI - Fondo Ambiente Italiano, Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. - See more at: http://www.fondoambiente.it/chi-siamo/#sthash.CU0IYLyC.dpuf
Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. E' questa la missione del FAI - Fondo Ambiente Italiano, Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. - See more at: http://www.fondoambiente.it/chi-siamo/#sthash.CU0IYLyC.dpuf

Il nostro scopo è raccogliere conservare e divulgare la storia, la cultura, l'arte, l'architettura e la natura  dell'Appennino Bolognese , in particolare le zone della  Media e alta Valle del Reno che  come in tutte le parti d'Italia, ha origini antiche.

Il nostro punto di partenza comprende:

  • Sasso Marconi con il Museo Marconi, la Rupe, le tombe etrusche
  • Marzabotto con la città etrusca, il parco storico di Monte sole
  • Estendiamo le ricerche in tutte le direzioni dell'Apennino Bolognese

Accogliamo e divulghiamo volentieri attraverso il nostro sito e attraverso la rivista semestrale "Al Sas" contributi che ci giungono da chi ha materiale che vuole fare conoscere, come storie piu o meno recenti e ricerche di questi luoghi

 

 

 

 

 Don Giovanni Fornasini a Sammomé

Vittorina Amici mi raccontò che don Fornasini era corso a Sammommé per aiutare i suoi fratelli. Dalla famiglia Fornasini mi è stato molto gentilmente segnalato l'articolo che riporto nel pdf al link qui sotto:

 

Un pollo e due bottiglie per liberare gli ostaggi

di Don Dario Zanini

Pubblicato da "E.... Viandare" Lizzano in Belvedere, anno 11 - Aprile 2004

 

 

Scheda Antigone (sintesi grezza di s.muratori)

Nella narrazione di Sofocle (442 ac) Antigone era figlia di Edipo. Ma chi era Edipo ?

Edipo era figlio di Laio e Giocasta. Laio però, prima della sua nascita, aveva consultato l’oracolo di Delfi, ed aveva saputo che il nascituro figlio avrebbe portato solo disgrazia. Così alla nascita lo fece abbandonare da un suo servo. Lo ritrovò un pastore che lo portò a Peribea, moglie del re corinto Polibo. Edipo fu cresciuto come un figlio, ma quando fu grande apprese di non essere figlio di Polibo, ed abbandonò la casa.

Sulla strada per Delfi si scontrò con Laio e lo uccise. Edipo non sapeva che Laio, re di Tebe, era il suo vero padre.

Poiché in quello stesso periodo alla porta di Tebe si era insediata la Sfinge, che era una specie di mostro che uccideva i passanti se non avessero risolto un indovinello, Creonte, che era salito sul trono che fu di Edipo, promise il regno e la mano della sorella Giocasta, a colui che avesse sciolto l’indovinello.

Riuscì nell’impresa Edipo, il quale alla fine divene re, e sposo di sua madre, senza che i due ne fossero consapevoli.

Edipo e Giocasta ebbero 4 figli: Eteocle, Polinice, Antigone, e Ismene.

Quando Edipo scoprì di avere ucciso il padre e sposato la madre si accecò, ed abbandonò il trono.

Eteocle divenne re di Tebe, e il fratello di Giocasta, Creonte, ne fu il tutore.

Intanto Polinice scatenò una guerra per il trono. In un duello fra Polinice ed Eteocle entrambi perirono, e Creonte restò re.

Creonte ordinò di dare degna sepoltura solo a Eteocle, e che le spoglie di Polinice fossero lasciate in pasto agli uccelli ed ai cani. Antigone però lo volle seppellire lo stesso. Il re rispose a questa sfida imprigionando Antigone in una grotta.

Molti supplicarono Creonte di liberare Antigone, fra questi Tiresia, indovino cieco.

Quando Creonte decise alla fine di liberare Antigone fu troppo tardi, perché essa si era impiccata nella sua prigione.

Anche il figlio di Creonte Emone, promesso sposo di Antigone, saputa la brutta notizia si uccise, e lo stesso fece la moglie di Creonte Euridice quando apprese che il figlio Emone era morto.

 

 Mappa di quel periodo tratta dal sito http://it.wikipedia.org/wiki/Tebe_%28Grecia%29

 

Commento (da Wikipedia - http://it.wikipedia.org/wiki/Antigone_%28Sofocle%29 )

La legittimità della legge

Sofocle illustra in questo dramma l'eterno conflitto tra autorità e potere: in termini contemporanei, è il problema della legittimità del diritto positivo. Il contrasto tra Antigone e Creonte si riferisce infatti (almeno in parte) alla disputa tra leggi divine e leggi umane. Le prime, i cosiddetti ἄγραπτα νόμιμα (àgrapta nòmima: corpus di leggi consuetudinario, ritenuto di origine divina, prerogativa del γένος) sono infatti difesi da Antigone, mentre Creonte si affida al νόμος (nòmos, corpus delle leggi della πόλις). Il punto di forza del ragionamento di Antigone si fonda appunto sul sostenere che un decreto umano (appunto, il νόμος) non può non rispettare una legge divina (gli ἄγραπτα νόμιμα).

Al contrario, il divieto di Creonte è l'espressione di una volontà tirannica, basata sul principio del νόμος δεσπότης, ovvero della legge sovrana; egli infatti osa porre tali leggi al di sopra dell'umano e del divino.

L’autorità di Creonte

Creonte appare dunque come un despota chiuso nelle sue idee, geloso della propria immagine e timoroso di apparire debole di fronte a una donna. Ogni tipo di disobbedienza individuale alle sue idee gli appare come un’opposizione politica. Tale personaggio, a un ateniese del V secolo a.C., doveva apparire come la tipica figura del sovrano dispotico e non illuminato, incapace di prevedere le conseguenze delle proprie azioni e, soprattutto, della sua collera. Egli ragiona forse in maniera corretta quando afferma di dover anteporre la legge agli affetti familiari (Antigone e Polinice erano entrambi suoi nipoti), ma, da lì, arriva a pretendere di contravvenire anche a leggi non scritte, sentite come divine. Soltanto alla fine Creonte riconosce i suoi errori, tale ammissione però non corrisponde a una maturazione od evoluzione del personaggio, bensì solo a un riconoscimento della catastrofe cui è stato portato dal proprio comportamento.

La ribellione di Antigone

In una società come quella dell'antica Grecia dove la politica (gli affari che concernono la città) sono esclusiva degli uomini, il ruolo di dissidente della giovane donna Antigone si carica di molteplici significati, ed è rimasto anche dopo millenni un esempio sorprendente di complessità e ricchezza drammaturgica. La ribellione di Antigone non riguarda infatti soltanto la sottomissione al nomos del re, ma anche il rispetto delle convenzioni sociali che vedevano la donna come sempre sottomessa e rispettosa della volontà dell’uomo (in tutta la Grecia ma ancor più ad Atene).

Creonte trova intollerabile l’opposizione di Antigone non solo perché si contravviene a un suo ordine, ma anche perché a farlo è una donna. In questo senso, le azioni di Antigone potrebbero anche essere considerate un atto di hýbris, di tracotanza. Nel suo ribellarsi però la donna risulta essere una figura meno dirompente di altre eroine come Clitennestra o Medea, poiché la sua azione non è rivolta a scardinare le leggi su cui si fonda la polis, ma solo a tutelare i suoi affetti familiari.

I contrasti

Oltre al già notato contrasto tra Antigone e Creonte, nell'opera vi sono ulteriori contrasti assai significativi, ad esempio quello tra Creonte ed Emone: Creonte infatti incarna la figura del anèr (il vero maschio, il vir dei Romani), mentre Emone rappresenta il ragazzo, innamorato della sua donna, che non teme di perdere la virilità mostrando i suoi sentimenti.

È inoltre riscontrabile un ulteriore contrasto tra Antigone e Ismene (sorella della protagonista): ciò è atto a evidenziare la figura eroica di Antigone, contrapponendola a quella tradizionale di Ismene, che, al contrario, rappresenta il modello femminile del suo tempo di donna debole, sottomessa all'uomo e obbediente al potere. Si può peraltro intendere Ismene anche come il contraltare debole di Antigone, ossia come colei che esprime i dubbi che sono in effetti anche di Antigone stessa, che però si risolve ad agire.

 

 

 

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