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Appennino Etrusco
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Marzabotto, l'antica Kainua, un patrimonio eccezionale da far rivivere
di Paola Desantis - funzionario responsabile
In questo ultimo decennio si sono sempre più rinsaldati i rapporti fra la Marzabotto Etrusca, l'antica Kainua, e il centro moderno, grazie ad una intensa collaborazione fra la Direzione del Museo, dipendente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, l'Amministrazione Comunale e l'Istituto Comprensivo di Marzabotto, che già dal 2003 ha varato il progetto “I giovani Etruschi di Marzabotto adottano il loro museo". Sulla base di questi accordi è ormai una consuetudine che l'area archeologica faccia da scenario sia a rappresentazioni storiche in costume etrusco, a cura degli allievi della scuola, che a veri e propri eventi culturali incentrati sul teatro antico. In particolare in questo ultimo anno la collaborazione si è fatta molto più stretta e se dal punto di vista delle rappresentazioni teatrali ha fatto rivivere sull'antico pianoro una stagione di spettacoli ricca, variegata e di alta qualità, dall'altra il Comune non ha fatto mancare il suo appoggio al Museo anche per collaborare agli aspetti meno eclatanti ma certo fondamentali della conduzione di un Istituto così complesso ed impegnativo, fornendo un'ampia collaborazione in particolare alle esigenze della manutenzione del verde. Da parte sua il Museo ha ottenuto tutti i permessi necessari per consentire l'ingresso gratuito al Museo a tutti i cittadini del Comune di Marzabotto, nonché a quanti siano presentati dallo stesso Comune, al fine di potenziare ed accrescere il legame fra i nuovi abitanti di Marzabotto e i loro antichi antenati, nell'ottica di far sentire museo ed area archeologica come luoghi in cui identificarsi e riconoscersi. Se lo scopo di questa operazione è valorizzare un patrimonio archeologico di eccezionale importanza storica per l'intera umanità, certo che per il territorio circostante tale motivazione si arricchisce di un importante valore aggiunto, perché si riferisce ad un passato specifico e peculiare di questo ambito appenninico. Nuove prospettive sono state aperte anche da altri importanti "Amici" del museo, in primis l'Unione Europea, che ha inserito il museo in un progetto di ristrutturazione generale (Progetto Museums) grazie al quale è stato varato il piano di ampliamento del percorso espositivo, su progetto dello studio Ricerca e Progetto di Bologna. Ma la realizzazione di questa nuova ala non sarebbe stata possibile senza il sostanziale impegno della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha finanziato la gran parte dei lavori, la cui conclusione è prevista per la primavera del 2011 e sarà scandita da un importante evento espositivo.
SCHEDA del Museo e dell'area archeologica Notizie sul ritrovamento e storia delle raccolte
Il Museo Nazionale Etrusco, intitolato alla memoria del Conte Pompeo Aria, che sulle orme del padre Giuseppe organizzò il primo nucleo della collezione, sorge sul margine dell'ampia area archeologica, interamente di proprietà dello stato. Ed è proprio la consistenza dei resti strutturali di questa antica città a fare del sito un caso unico nel panorama dei centri abitati etruschi. Infatti a differenza di altre città etrusche, come ad esempio l'antica Felsina, che dall'antichità ad oggi fu popolata senza soluzione di continuità, qui l'abbandono del sito garanti la conservazione quanto meno dell'impianto urbano nel suo disegno originale, cosa che ci consente ancora oggi di percorrere le antiche strade lungo le quali si snodano case di abitazione, aree artigianali, edifici sacri. In assenza di notizie degli autori greci e latini si ignora lo stesso nome di questo centro, la cui importanza emerge per altro evidente dalla ricca documentazione archeologica. Rinvenimenti di resti murari e reperti di vario tipo risalgono alla fine del XVIII secolo, ma le prime scoperte significative si avranno solo alcuni decenni più tardi, in occasione dei lavo‑ ri per la sistemazione a parco dell'arca attorno alla villa, entrata a far parte delle proprietà della famiglia dei conti Aria nel 1831. Dal 1862 in poi si cimentarono negli scavi della città illustri archeologi dell'epoca da Gozzadini, a Chierici, fino a Brizio, cui si deve, in particolare, la prima sistemazione in vetrine dei materiali all'interno della Villa Aria nonchè la prima guida al museo e ai resti archeologici. Con l'acquisizione allo Stato dell'area archeologica nel 1933 il museo fu trasferito nell'attuale sede, nel pianoro di Misano, e l'assetto espositivo che oggi vediamo è quello del 1979, arricchito dai risultati degli scavi condotti con regolarità dagli anni cinquanta in poi.
Inquadramento storico La vicenda della città etrusca che occupò il Pian di Misano e la soprastante altura di Misanello durò circa due secoli, dalla fine del VI alla metà del IV secolo a.C. Ciò che fa di tale sito un'eccezionale testimonianza nell'ambito della civiltà etrusca è l'impianto urbano della città, nella quale la regolare scansione modulare degli spazi è segno di una ben precisa pianificazione. Improntata alla dottrina urbanistica greca è l'ortogonalità di strade e isolati, la dislocazione di aree cultuali, abitative e produttive, anche se i segni della sua fondazione rituale sono fortemente radicati nelle norme religiose etrusche. Affacciata sul fiume Reno, che nell'antichità costituiva formidabile vettore di transito dall'Etruria tirrenica al Po, la città ebbe l'importante ruolo di cerniera di smistamento delle merci lungo tale asse. In particolare il flusso di metalli dalla Toscana dovette sostanziare una vivace attività metallurgica, sia per quanto riguarda il bronzo che il ferro. Cospicua è anche la produzione ceramica, sia di stoviglie che laterizi, alimentata dalla buona qualità dell'argilla locale e dalla ricchezza di acqua, imbrigliata con grande maestria in un capillare sistema di captazione e relativo smaltimento. La prosperità di questo centro fu interrotta alla metà del IV secolo a.C. dall'invasione celtica e nel mutato scenario della romanizzazione solo una fattoria si impostò sopra i resti dell'antica città, poi completamente abbandonata.
Descrizione Area archeologica Il percorso di visita della vasta area (ca 18 ettari) si snoda lungo le antiche vie principali, larghe ben quindici metri. Ad iniziare dai resti della porta settentrionale della città si procede per la cosiddetta plateia A che fiancheggia il grande tempio a pianta greca, attualmente in corso di scavo, e sulla quale prospettano la fornace relativa al tempio e numerose case di abitazione caratterizzate da cortile centrale con pozzo. All'estremità sud orientale del pianoro è dislocato un altro ingresso all'antica città, immediatamente al di fuori del quale si estende la necropoli caratterizzata da tombe a cassa lapidea sormontate dai caratteristici segnacoli a uovo. Un'altra necropoli, del tutto analoga, è collocata a nord della città e prospetta su un pittoresco laghetto realizzato secondo il gusto ottocentesco che impronta di sé tutto il parco. E proprio nella parte più suggestiva del parco, sull'altura di Misanello, i resti di tre templi e di due altari caratterizzano in senso sacro l'acropoli dell'antica città. A culti salutari riportano i resti del cosiddetto santuario fontile, messo in luce solo parzialmente ai margini nord orientali del pianoro, e al quale devono con ogni probabilità essere messi in rapporto i resti monumentali rinvenuti poco lontano e attualmente in corso di scavo.
Museo Nella prima sala sono illustrate le caratteristiche generali dell'area ed esposti i reperti dalle necropoli scampati alla distruzione del museo nel corso dell'ultimo conflitto mondiale: vasi attici, bronzi, segnacoli tombali, balsamari. Nella seconda sala sono presentati i materiali dai vecchi scavi nell'abitato e sull'acropoli nonché quelli dal santuario fontile. Nella terza sala oltre alle terrecotte architettoniche dall'acropoli ma anche dalle case di abitazione (resti di colonne, tegole di copertura, condutture in tubi di argilla) sono esposti i materiali più significativi degli scavi recenti fra i quali spicca per eccezionalità la testa di houros in marmo greco Nella quarta sala sono collocati due corredi funebri, uno anche con segnacolo marmoreo, rinvenuti nel 1969 nel vicino centro di Sasso Marconi. Indirizzo: Via Porrettana sud, 13/15- Marzabotto (Bologna) Orari: Area archeologica: tutti i giorni dalle 9 alle 18,30 (inverno: mezz'ora prima del tramonto) Prenotazioni: Tel. e fax museo 051/932353 Visite guidate a cura del Dipartimento di Archeologia dell'Università degli Studi di Bologna . Prenotazioni tel. 051/2097715 — 2097700 fax 051/ 2097701 Competenza: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna |
La nuova ala del museo |
Alcune suggestive immagini dalla città etrusca di marzabotto