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La posizione del CAI (Club Alpino Italiano) riguardo alla nuova legge regionale sui sentieri.
“Rete Escursionistica dell’Emilia Romagna (REER) e valorizzazione delle attività escursionistiche”
La Legge Regionale n°14 del 26/7/2013, che istituisce la REER, ha sollevato un acceso dibattito su alcune modifiche apportate ai criteri di gestione del territorio e, nello specifico, al passaggio dei veicoli a motore sui percorsi escursionistici.
Prima della sua emanazione le Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale (PMPF), recepite dalla normativa regionale, regolavano in termini chiari e definitivi il passaggio dei veicoli a motore nelle aree boschive e a rischio idrogeologico (art. 82: Al fine d’evitare l’innesco di fenomeni erosivi e di prevenire i danni alla vegetazione ed al cotico erboso, è vietato a chiunque di transitare con
veicoli a motore nei terreni agrari, nei terreni saldi, nei terreni pascolivi, nelle aree forestali, lungo le mulattiere e/o sentieri, per scopi diversi da quelli stabiliti dal primo comma dell’art. 81 (attività agrosilvo-pastorali, servizio/vigilanza, passaggio dei proprietari del fondo … ).
I cambiamenti apportati dalla nuova legge hanno indotto il Club Alpino Italiano-Regione Emilia Romagna a prendere posizione su alcuni aspetti controversi e a farsi promotore di una serie d’interventi finalizzati a promuovere una riflessione comune sugli aspetti normativi che, a suo giudizio, appaiono inappropriati al rispetto del territorio e dei suoi fruitori. Con questo intendimento
l’Assemblea dei Delegati Regionali CAI ha deliberato, in data 12 ottobre 2013, il documento di seguito riportato:
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Bologna, 12 ottobre 2013 |
CLUB ALPINO ITALIANO Gruppo Regionale Emilia Romagna Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Via Stalingrado 105, – 40128 Bologna Telefono/fax 051 234856 |
ASSEMBLEA REGIONALE DEI DELEGATI DELL'EMILIA-ROMAGNA
DELIBERAZIONE
Valutazioni sulla legge regionale n° 14 del 26 luglio 2013 “Rete escursionistica
dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche”.
L'Assemblea Regionale dei delegati delle Sezioni CAI dell'Emilia-Romagna,
Valutata la legge regionale n° 14 del 26 luglio 2013 “Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche”;
Considerato che essa, accanto ad alcune misure che vanno nella direzione della tutela e dello sviluppo della Rete Escursionistica regionale (REER), quali:
- il riconoscimento del valore della REER per la tutela e lo sviluppo sostenibile del territorio regionale, nonché per la pianificazione territoriale;
- la dichiarazione di pubblico interesse dei percorsi escursionistici inseriti nella REER in relazione “alle funzioni e ai valori sociali, culturali, storici, architettonici, ambientali, didattici e di tutela del territorio nonché ai valori naturalistici, paesistici, sportivi e di promozione della salute peculiari dell'attività escursionistica”;
-la volontà espressa della Regione di proporre accordi ai privati proprietari di aree attraversate da sentieri, per garantirne la fruibilità pubblica;
- l'impegno ai comuni per la gestione e la manutenzione dei sentieri della REER;
- l'istituzione di un catasto della REER il cui impianto iniziale avrà una portata sostanzialmente ricognitiva dell’avvenuta maturazione dei diritti di pubblico passaggio sui percorsi già da tempo praticati;
- l'istituzione di un Coordinamento Tecnico Centrale e di Consulte Territoriali cui sono chiamati anche rappresentanti del CAI;
contiene norme e provvedimenti che vanno invece nella direzione di favorire un uso inappropriato, pericoloso, ad alto impatto ambientale e dannoso per i sentieri della REER, quali:
- una definizione di escursionismo la quale non pone alcuna limitazione concettuale a che esso venga praticato con l’utilizzo di mezzi motorizzati;
- la conseguente previsione in via generale, salvo eccezioni, della possibilità di utilizzare i sentieri anche con mezzi motorizzati; previsione, questa, non riscontrabile in alcun’altra normativa regionale in materia, e che per di più si mostra in contrasto con la finalizzazione dei percorsi escursionistici, pur affermata dalla legge in oggetto, alla “promozione delle aree naturali … e allo sviluppo sostenibile”;
- l'attribuzione ai Comuni “in coerenza con i principi delle prescrizioni di massima e polizia forestale...” della facoltà di “interdire anche parzialmente il transito motorizzato per motivi di sicurezza, di pregio dei percorsi, di impatto ambientale o di fragilità del terreno e nel caso di accertati gravi danneggiamenti conseguenti al transito dei mezzi a motore”, rovesciando così la logica che vorrebbe i sentieri comunque interdetti al traffico motorizzato e l'ammissibilità di possibili eccezioni motivate, e fors’anco mirando con la formulazione adottata a dischiudere spazi - ancorché contestabili - di interpretare la norma stessa nel senso di trasformare le PMPF da regola cogente a criterio facoltativo cui ispirarsi per interdire se del caso i sentieri ai mezzi a motore;
- l'obbligo per i comuni di motivare l'eventuale chiusura dei sentieri ai mezzi motorizzati e di apporre una adeguata segnaletica, il che non gioverà ad agevoli e diffuse loro iniziative in tal senso;
- sanzioni solo per chi “danneggi o alteri intenzionalmente tratti della REER”, rendendo in tal modo praticamente impossibile l’elevazione di contravvenzioni a questo titolo, a causa dell’evidente difficoltà di dimostrare il dolo specifico di un danneggiamento provocato dal passaggio di mezzi a motore su fondi delicati ed erodibili come quelli dei sentieri.
Ritenuto che tali provvedimenti siano passibili di compromettere assai gravemente l'impianto positivo della legge, in quanto il traffico motorizzato sui sentieri della REER, così reso possibile, produrrebbe un alto impatto ambientale sulla fauna, sulla flora e sul fondo dei sentieri, oltre a rappresentare un pericolo, un disturbo e, in definitiva, un disincentivo alla frequentazione non motorizzata dei sentieri stessi e, quindi, un ostacolo allo sviluppo, alla valorizzazione e alla tutela della REER e del territorio collinare e
montano della Regione,
DELIBERA
- di esprimere ai Presidenti dell'Assemblea Legislativa e della Giunta della Regione Emilia- Romagna, per i motivi di cui sopra, la massima preoccupazione per il futuro della Rete Escursionistica dell'Emilia-Romagna;
- di chiedere al Presidente della Giunta della Regione Emilia-Romagna di procedere con sollecitudine alla redazione del Regolamento Attuativo previsto dalla legge, nonché alla redazione di una opportuna circolare interpretativa idonea a dissipare dubbi applicativi, consultando il CAI per entrambe le suddette iniziative;
- di chiedere alla Regione Emilia-Romagna ed ai Comuni o Unioni di Comuni di attivare con la massima sollecitudine gli organismi di consultazione previsti dalla legge, chiamandovi a far parte i rappresentanti del CAI e delle altre associazioni ambientaliste;
- di impegnare le Sezioni e tutti i volontari del CAI dell'Emilia-Romagna al massimo impegno verso i Comuni e le Unioni dei Comuni al fine di prevenire quanto più possibile la apertura dei sentieri al traffico motorizzato ed alla massima vigilanza sul territorio al fine di segnalare abusi e danneggiamenti;
- di impegnare infine le Sezioni ed i volontari della sentieristica ad interrompere la manutenzione di quei sentieri o tratti di REER che dovessero inauspicabilmente essere aperti ai mezzi a motore malgrado i divieti derivanti dalle PMPF o altra vigente normativa.
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Il Gruppo territoriale CAI-BO “Medio Reno”, in considerazione di quanto previsto nell’ultimo comma della Deliberazione dei Delegati, ha stabilito d’effettuare la manutenzione dei sentieri limitandosi all’area del Parco di Monte Sole (per la quale vigono particolari tutele), in attesa di conoscere quanto stabilito dal Regolamento Attuativo della legge e dalle singole amministrazioni comunali.
Il nostro Gruppo intende inoltre mantenere vivo e costruttivo il dialogo con i Comuni del territorio, le associazioni e i singoli cittadini sui contenuti della legge e manifesta la propria disponibilità a collaborare con quanti sono impegnati nelle attività di tutela dell’ambiente naturale e, più in generale, nello “sviluppo sostenibile” del nostro territorio.
Romana Coriambi e Piero Mutinelli (Gruppo CAI-BO “Medio Reno”)
foto scattata sul sentiero 134a (monte radicchio) il 02/09/2010
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foto scattata sul sentiero 140a (da Luminasio a Mulino di Mazzagatti) il 01/07/2010
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foto scattate sul sentiero 180 (oggiola) il 13/05/2009
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Altre immagini da Luminasio/Medelana
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MARZABOTTO
PERCHE' NEL 1882 IL COMUNE CAMBIA NOME DA CAPRARA SOPRA PANICO A MARZABOTTO?
QUAL'E' L'ORIGINE DEL NOME MARZABOTTO? SONO LE BOTTI DELLA CANAPA MESSA A MACERARE?
Il Soprintendente Filippo Maria Gambari ha fatto una ricerca e nel seguente video (registrato durante la conferenza tenuta presso il Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto la notte fra il 23 e 24 Giugno) presenta ciò che ha scoperto.
{youtube}31TVQK8qruk|700|455|0{/youtube}
vedi anche
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/pubblicazioni/gambari_marzabotto.htm
http://www.ernestotorti.it/wordpress/succiacapre-caprimulgus-europaeus.html
http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=E-_CDXH9qhY&feature=endscreen
http://www.arkive.org/nightjar/caprimulgus-europaeus/video-06.html
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PASSERELLA DI MARZABOTTO
lavori di restauro fra il 2012 ed il 2013
Il video ricorda alcune immagini dei lavori importanti nella Passerella pedonale che collega Canovella a Marzabotto.
Qui sotto le immagini dei 4 poster prodotti dall'ing. Perretti, il quale ha curato la progettazione dei lavori.
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ANTENNA WiMAX A CASA DEI BACCOLINI
La famiglia Baccolini a San Giacomno di Monte Pastore ha la casa sulla strada. Anzi la strada passa proprio fra la casa e la stalla dei Baccolini. E' una casa molto antica, essendo citata dal Calindri, che ne fa risalire le tracce sui documenti a prima dell'anno mille. In epoca antica in questo luogo si trovava un hospitale, cioè un luogo di ristoro lungo una strada di lunga percorrenza che dal modenese portava alla toscana.
Il fatto di avere la casa sulla strada pubblica ha fatto sì che molto vicino all'abitazione vi fosse una piccola striscia di terreno demaniale, ed è stato proprio per questo che Lepida S.p.A. ha potuto installare una antenna WiMax vicino all'abitazione, senza chiedere il permesso a nessuno, se non alla Regione per avere el diritto d'uso del terreno demaniale.
Non deve essere stato difficile per Lepida avere questo permesso, visto che si tratta di una azienda le cui azioni appartengono in gran parte proprio alla Regione Emilia Romagna. D'altra parte Lepida deve fare profitti, perciò non guarda in faccia a nessuno. In questo caso Lepida ha dimostrato di non avere alcun rispetto per la vita di una famiglia di contadini che non si è allineata al cieco furore delle nuove tecnologie. Lepida ha pensato solo al proprio interesse economico, scegliendo di posizionare l'antenna nel punto meno costoso. Poco costoso per Lepida, che probabilmente paga un sostanzioso stipendio ai suoi dirigenti, ma molto costoso per i Baccolini, che da quando quell'antenna è apparsa senza preavviso hanno visto la loro qualità della vita diminuire di molto.
I Baccolini sono ben voluti da moltissime persone, perchè con il loro duro lavoro offrono prodotti biologici direttamente dal produttore al consumatore. I Baccolini non avevano nulla contro il legittimo desiderio dei cittadini di Monte Pastore e di Borra di avere un collegamento veloce ad internet, e non si sarebbero opposti a collaborare per trovare una posizione che li disturbasse di meno. Si erano addirittura offerti di pagare di tasca loro il costo aggiuntivo per portare la linea elettrica un pò più lontana dalla loro casa, per potervi poi collegare l'antenna.
Ora il Sindaco di Monte San Pietro si è offerto di chiedere a Lepida (o a Net&Work, a cui Lepida ha appaltato il lavoro), di esaminare attentamente quali opzioni alternative potevano esistere per fornire il servizio, ma più lontano dalla casa dei Baccolini. E' un passo avanti, e crediamo che se l'Amministrazione di Monte San Pietro riuscirà a trovare assieme a Lepida una soluzione positiva, anche con l'aiuto dell'azionista di Lepida, forse molte persone guadagneranno un pò di fiducia nelle istituzioni, ed in questo momento ne abbiamo tutti molto bisogno.
Stefano Muratori
GUARDA IL VIDEO SULL'ANTENNA
Testo della Petizione che può essere firmata presso il GAS (oppure scarica il file e organizza la raccolta firme).
Per ulteriori informazioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Petizione_Antenna_Baccolini.PDF
Petizione_Antenna_Baccolini_Modulo_Per_Firme.PDF
Petizione_Antenna_Baccolini_Locandina.pdf
Al Presidente di Lepida All’assessorato ai lavori pubblici della Regione E.R. Al Presidente di ARPA E.R Al “difensore civico” della Regione E.R Al Sindaco di Monte San Pietro e p.c. – Al Presidente della Regione E.R; Alla Consulta di Frazione di Monte San Pietro
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PETIZIONE per lo spostamento a distanza precauzionale dell’antenna WiMax posizionata vicino alla casa della famiglia Baccolini a S. Giacomo di Monte San Pietro
PREMESSO CHE Nel luglio del 2010 l’Azienda LEPIDA ha installato senza preavviso vicino alla casa di una famiglia di agricoltori in una zona isolata fra Monte Pastore e Medelana una antenna WiMax . CHE Essendo la zona poco abitata, ed essendo evidente la possibilità di scegliere una posizione più distante dalla casa dei Baccolini, l’azienda non ha prodotto alcun documento in grado di attestare la necessità di porre l’antenna così vicina ai Baccolini, al di là del proprio tornaconto economico. CHE L’imposizione dell’antenna senza preavviso è una ingiustizia che deve essere sanata. Crediamo che sia opportuno che i cittadini, anche coloro che credono nell’importanza di internet, si schierino in difesa di questi agricoltori di tradizione contadina, certificati come produttori biologici, e fornitori fra i più importanti del Gruppo Acquisto Solidale di Marzabotto. CHE Deve essere sottolineato che la richiesta di spostare l’antenna Lepida, che è ora vicino a casa dei Baccolini, viene anche dall’Istituto Ramazzini, fondato da Cesare Maltoni come si può facilmente vedere nel video “Antenna Baccolini” su YouTube. CHE Il principio di precauzione si basa sulla conoscenza dell’esistenza di effetti a lunga scadenza, ma sulla mancanza di prove sull’entità degli effetti stessi. Che queste antenne sia meglio tenerle lontane dalle case, quando è possibile, ce lo dice non solo il Ramazzini e il CNR, ma anche il nostro senso comune. Nessuno infatti le vorrebbe nel proprio giardino.
I CITTADINI FIRMATARI CHIEDONO
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